“Il Paradosso del tempo – La nuova psicologia del tempo che cambierà la tua vita” , di Philip Zimbardo, John Boyd, Oscar Mondadori, Milano 2008
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in breve–> E’ un libro sul “tempo psicologico“. Zimbardo e Boyd spiegano come la nostra concezione del tempo influenzi le nostre scelte. Questo libro è adatto a chi vuole conoscere qualcosa in più su di sé, ma è anche utile per gli psicologi e gli psicoterapeuti che vogliono ampliare le chiavi di lettura con cui comprendere il disagio del paziente.°°°°°°°°°°°°°°°
Il “tempo” non è solo quello oggettivo scandito dalle lancette dell’orologio, vi è un “tempo psicologico” e soggettivo, la cui percezione cambia da persona a persona. Ognuno tende ad utilizzare maggiormente una particolare prospettiva temporale (orientata al passato, al presente o al futuro) e questo atteggiamento nei confronti del tempo influenza profondamente la nostra vita, le nostre scelte, il nostro benessere, quello che siamo.
Per certe persone il mondo non va oltre ciò che è immediatamente presente, prendono decisioni in base alle circostanze del momento. Sono persone orientate al presente.
Altri, quando devono prendere decisioni, cercano nella propria memoria situazioni del passato simili, per capire come comportarsi. Queste persone sono orientate al passato.
Altre persone, ancora, prendono in considerazione esclusivamente le conseguenze future (costi e benefici) che deriveranno dalle proprie decisioni. Sono orientate al futuro.
Ciascun orientamento può avere una connotazione positiva o negativa.
Il libro spiega le diverse prospettive temporali e dà gli strumenti per riconoscere il proprio orientamento e per raggiungere una prospettiva temporale equilibrata.
Un libro interessante, che offre un punto di vista in più per capire alcuni disagi psicologici.
Ad es. le persone depresse utilizzano prevalentemente una prospettiva temporale orientata al passato-negativa (ripensano al passato, alle esperienze dolorose, non riescono a staccarsene per poter affrontare il presente con piacere).
Le persone ansiose sono orientate al futuro-fatalistico (pensano sempre a quello che succederà “dopo”, si sentono poco padroni del proprio destino).
I tossicodipendenti, o i borderline, sono orientati al presente-edonistico (agiscono in base a un istinto di piacere, vivono il presente e pensano poco alle conseguenze delle proprie azioni). In queste persone il disagio nasce da una prospettiva temporale univoca e tendenzialmente rigida: è il loro modo di vedere il mondo, il filtro che utilizzano per dare un significato alla realtà.
Questo spiega perché, ad es., alcune terapie, in alcuni casi, non funzionano : probabilmente sono basate su una concezione temporale diametralmente opposta a quella del paziente. Riconoscere l’importanza della prospettiva temporale è fondamentale per capire quali strumenti utilizzare per il cambiamento.