Il Progetto di Educazione Psicoaffettiva è un intervento di prevenzione primaria che si rivolge agli alunni delle Scuole Medie Inferiori per affrontare gli aspetti relazionali ed emotivi che caratterizzano l’età della pre-adolescenza.
Si tratta di uno spazio di incontro e di ascolto dove i ragazzi hanno la possibilità di esprimersi con autenticità su argomenti che riguardano la loro crescita ed i cambiamenti che stanno vivendo.
La caratteristica dei percorsi proposti è nell’uso del gioco
e del canale espressivo come strumento per parlare della propria affettività, dell’amicizia, della crescita, del rapporto con gli adulti.
Il percorso di Educazione Psicoaffettiva diventa uno spazio e un tempo in cui il gruppo-classe si trasforma e diventa spettatore e protagonista, al tempo stesso.
Ho svolto per anni percorsi di questo tipo,
soprattutto nelle scuole medie, e questo mi ha dato la possibilità di conoscere da vicino il mondo dei preadolescenti, cioè di quei protagonisti dell’età “ponte”, periodo breve, sfuggente, eppure così rivoluzionario che segna il passaggio tra l’infanzia (periodo dell’innocenza, dei giochi e della ricerca di sicurezza) e l’adolescenza (periodo di primi turbamenti, nuove esplorazioni e aumentate responsabilità).
Il percorso proposto nelle scuole è una goccia nel mare,
nel senso che, la maggior parte delle volte, si è trattato di un intervento di 6 ore distribuite in 3 incontri da 2 ore. E’ un tempo minimo, non si fanno miracoli, non si instaura un vero e proprio processo educativo che, invece, ha bisogno di costanza e continuità.
Eppure, quel tempo, seppur breve e circoscritto, è stato sufficiente a dare la possibilità a tanti ragazzi di vedersi con un occhio diverso e soprattutto ha dato loro la possibilità di stare nella scuola in un modo diverso.
Questo perché, mentre per gli adulti, che hanno dimenticato di essere stati bambini, la scuola è semplicemente il luogo della didattica, della performance scolastica,
per un preadolescente, la scuola è molto di più.
Non è solo il luogo in cui impara e viene valutato, etichettato, ma è anche, e soprattutto, il suo incontro con il mondo-altro rispetto alla famiglia, il test quotidiano con cui misura costantemente chi è e chi sta diventando e qual è il suo posto nel mondo.