“Come fare un matrimonio felice che dura tutta la vita” di Giulio Cesare Giacobbe, ArnoldoMondadori ed., Milano, 2007
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in breve–> Il libro di Giacobbe è un’interessante analisi informale, diretta e con un pizzico di humor, sulle caratteristiche che deve avere un matrimonio per essere felice. È una lettura utile per riflettere sul proprio rapporto di coppia e per capire qual è la direzione che abbiamo scelto. Consigliato come “petit cadeau” per sposi novelli, in sostituzione o in aggiunta al biglietto di auguri!°°°°°°°°°°°°°°°
Giacobbe parte dalla considerazione che l’istituzione del matrimonio sia “contronatura”, cioè, secondo lui l’essere umano, come qualsiasi altro animale, è nato per accoppiarsi liberamente e tenderebbe, quindi, istintivamente alla poligamia più che alla monogamia. Il matrimonio monogamo è un’invenzione della Chiesa Cattolica, nata per tutelare la famiglia.
Ma, nella realtà dei fatti, lo sappiamo bene, nonostante il matrimonio, l’uomo tende a perseverare nel suo istinto poligamico: ci sono i tradimenti e, in ogni caso, le separazioni e i divorzi sono una realtà piuttosto comune.
Considerato ciò, Giacobbe ci dice che il matrimonio, inteso come legame ufficiale fra due persone che si amano e si vogliono rendere felici è una delle cose più belle che ci possa essere, ma va costruita con impegno. Non basta dire di si all’altare!
Eccoci dunque, agli ingredienti per un matrimonio felice: passione, dialogo, tenerezza, maturità e amore.
Passione: Non si può negare l’importanza della passione e del sesso in un matrimonio. È un aspetto che va coltivato, ricercato, curato sempre. La passione, in genere, è presente agli inizi, è il motore che attiva la ricerca dell’altro, l’unione, il desiderio. Con il passare del tempo si rischia di relegare l’attrazione in un angolo, scavalcata da altre esigenze. L’attrazione fisica e la passione devono essere presenti in entrambi, se sono presenti solo in uno dei due c’è frustrazione e il matrimonio può fallire. Per Giacobbe la passione è strettamente legata alla fedeltà, nel senso che laddove questo aspetto manca è molto più facile che uno dei due partner sia infedele. Discutibile, ma interessante l’opinione di Giacobbe sulla fedeltà: sostiene che nel matrimonio sia un optional. Secondo lui, la fedeltà può anche non esserci nel matrimonio, purché ci sia un accordo fra le parti. La gelosia, invece, può rovinare il matrimonio, è un sentimento infantile, non maturo.
Dialogo: Due che stanno insieme devono parlare, ma il dialogo nella coppia non è parlare dei problemi del mondo, di politica, della gestione della casa, ma è la capacità di parlare di se stessi, della coppia.
Tenerezza: La tenerezza è un grande collante della coppia, anche se non può essere l’unico. Per ottenere tenerezza Giacobbe dice bisogna “farsi cuccioli”, cioè fare in modo che l’altro si prende cura di noi, dandosi la possibilità di scoprire le proprie debolezze.
Maturità: la maturità è l’elemento che più ho apprezzato nell’analisi di Giacobbe, perché parte dalla considerazione che l’amore sia un sentimento genitoriale, non nel senso che bisogna avere dei figli, per amare, ma nel senso che bisogna essere capaci di dedicarsi all’altro, di prendersene cura come un genitore. Questo sentimento, deve essere reciproco, altrimenti il rapporto è sbilanciato. Se si è immaturi non si è pronti per un matrimonio felice. Spesso, invece, ci si sposa senza aver realizzato la propria maturità psicologica. Un matrimonio fra due “bambini” non può funzionare!
Amore: l’amore vero è dedizione, compassione, tolleranza e perdono ed è l’amore genitoriale (come detto sopra), l’unico in grado di sostenere veramente un matrimonio e di consentirgli di durare tutta la vita.
Questo libro parla di amore e di maturità, parla di un modo di affrontare la relazione di coppia decisamente in controtendenza rispetto al “mordi e fuggi” a cui la nostra società è abituata. È anche certamente spiazzante rispetto alle regole istituzionali e rigorose da cui parte il concetto condiviso di matrimonio, quando parla di una fedeltà non necessaria, quando parla di un naturale istinto verso la poligamia.
Io ho trovato interessante il fatto che Giacobbe abbia posto le basi di un legame di coppia felice sul concetto di maturità psicologica, analizzando i differenti effetti di una modalità infantile, adulta o genitoriale nell’affrontare l’impegno del matrimonio (e ciò mi risuona particolarmente familiare, se penso agli Stati dell’Io dell’Analisi Transazionale!).